mercoledì 12 ottobre 2016

L'idolatria di Steve Jobs, The man in the machine

Il documentario "Steve Jobs: The man in the machine" ci restituisce una figura di Steve Jobs nuova e controversa: da una parte il genio della tecnologia e soprattutto del marketing; dall'altra imprenditore arrivista, spietato e senza scrupoli . 


(foto sito ufficiale documentario)


Steve Jobs è nell'immaginario comune, un genio, un personaggio da ammirare incondizionatamente, senza se e senza ma, perché è riuscito a mettere in mano ad ognuno di noi la tecnologia, a farla integrare nelle nostre vite, a livelli sempre più personali e profondi. La massima "Stay hungry, stay foolish" è diventata una delle più citate in qualsiasi ambito e il genio Steve Jobs è idolatrato, insieme alla sua creatura, la multinazionale Apple

Ma cosa c'è dietro il genio? Dietro al successo? Dietro all'idolatria di Apple? Il documentario del regista Alex Gibney, "Steve Jobs: The man in the machine", uscito a settembre del 2015, ci restituisce un ritratto diverso da quello dell'imprenditore di successo amato da tutti, dall'immagine che i media ci propongono ogni qual volta se ne parla. Tutto quello che si pensa su di lui di buono, è assolutamente veritiero e nessuno può negarlo, ma i mezzi e i modi con i quali questo successo è arrivato, sono quantomeno discutibili, almeno ascoltando le interviste di amici e colleghi che Steve Jobs lo hanno conosciuto a 360 gradi. Queste interviste ci mostrano un uomo arrivista, senza scrupoli, che per realizzare il proprio progetto non ha mai esitato a mettere in secondo piano le altre persone e i sentimenti di queste, nella maggior parte dei casi calpestandoli. Nessun rispetto della legge, mezzi più o meno leciti utilizzati per creare e proteggere la propria creatura. 

Apple è un'azienda di successo ed è un esempio unico ed inimitabile e vicino alla perfezione di quello che è l'obiettivo del marketing: un'azienda che è riuscita a fidelizzare milioni di persone, è diventata un vero idolo per le masse, che non vogliono uno smartphone, vogliono un I-Phone. Tutti coloro che studiano marketing hanno solo da imparare dalla Apple, la prima che è riuscita ad associare determinati valori alla propria azienda in modo chiaro e comprensibile per tutti, facendo diventare i loro prodotti una vera e propria icona, e non importa alla gente di spendere quasi 1000 euro per uno smartphone o un pc che hanno le stesse funzioni degli altri, perché l'amore per quella marca, i valori che veicola, e lo status symbol che ormai è diventata, sono pressoché indistruttibili. La marca si è distinta da tutte le altre in maniera chiara e grandiosa, ha un proprio spazio nella mente dei consumatori, ed è questo che tutte le aziende sognano. Steve Jobs grazie ai suoi prodotti è riuscito nell'impresa di farlo e di questo gliene va riconosciuto il merito, il genio, oltre che nei prodotti ideati, sta anche e soprattutto in questo. I prodotti ormai sono tutti molto simili, ma i valori che un brand veicola sono inimitabili, e questo amore incondizionato per la marca è quello che tutti invidiano alla Apple e tentano, invano, di riprodurre. 

Per arrivare a tutto questo Jobs, secondo le ricostruzioni del documentario, ha evaso miliardi di dollari di tasse, ha ripudiato la sua prima figlia e la madre di questa (perseguendole anche giuridicamente), perché avrebbero potuto intralciare il suo progetto in giovane età; ha utilizzato senza scrupoli i suoi collaboratori ed amici, adottandoli quando erano suoi collaboratori ed abbandonandoli subito appena finita la collaborazione; ha influenzato e lottato per mettere i bastoni fra le ruote alla stampa, cercando il controllo di essa; ha adottato pratiche fuori legge per aumentare la propria ricchezza e quella della sua azienda, impunito, perché qualcuno ha pagato al suo posto; è stato uno dei primi a delocalizzare la produzione in Cina per sfruttare manodopera a basso costo per produrre gli Iphone, facendola lavorare giornate intere e causando centinaia di suicidi tra di loro (nei palazzi vicino alle fabbriche furono installate delle reti di protezione per evitare che gli operai si lanciassero dai tetti); ha stilato liste di proscrizione per i dipendenti che lasciavano la Apple per impedirgli di lavorare per altre aziende; in definitiva zero scrupoli, un unico obiettivo, un unico grande progetto: costruire una grande azienda amata da tutti, nonostante tutto.

Per questo, alla luce di quello che si dice e si vede nel documentario, si può ammirare l'imprenditore e grande uomo di marketing e comunicazione qual'è stato Steve Jobs; meno per quanto riguarda i mezzi con cui questo successo è arrivato e soprattutto l'aspetto umano, certamente discutibile. 
L'idolatria messa in atto dopo la sua morte sembra quantomeno parzialmente eccessiva, ma una voce fuori dal coro non cambierà il pensiero di molti. Think different.   

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